giovedì 30 gennaio 2014

Gratin di carciofi e patate

Il carciofo è una pianta nota fin dai tempi antichi, la sua coltivazione è diffusa maggiormente nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia, Francia e Spagna. La Sardegna è la regione che maggiormente si caratterizza per la coltivazione ed il consumo di questo delizioso ortaggio. La raccolta avviene principalmente tra il mese di ottobre e di maggio. 

I carciofi sono ricchissimi di principi attivi e vantano molte virtù terapeutiche. Possiedono pochissime calorie e contengono molte fibre, oltre a sali minerali come calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Vantano un effetto disintossicante essendo diuretici e stimolanti della funzione epatica e sono utili per combattere problemi di diabete, colesterolo, ipertensione.


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Ingredienti per 4 persone:

6 patate medie
6 carciofi
1 limone
100 gr. di Parmigiano grattugiato
200 gr. di Taleggio
Olio extravergine d’oliva  q.b.
Origano e prezzemolo q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento
Fate bollire le patate per 10 minuti, scolatele e tagliatele a rondelle non troppo spesse.
Pulite i carciofi eliminando le foglie più dure e tagliate le punte. Divideteli a metà nel senso della lunghezza, togliete l’eventuale barba interna e tuffateli in acqua acidulata con il limone per evitare che anneriscano.
Scolateli e tagliateli a spicchi sottili, metteteli in un padella con l’olio e un cucchiaio di prezzemolo tritato,   e fateli dorare 5 minuti (dovranno diventare croccanti).
Ungete una pirofila e stendete uno strato di fettine di patate, aggiustate di sale e di pepe.
Distribuite un po’ di parmigiano e dei dadini  di taleggio, spolverizzate con abbondante origano. Proseguite gli strati  con i carciofi e così via fino ad esaurimento degli ingredienti.
Irrorate con un filo d’olio e  cuocete nel forno già caldo a 180° per circa 25 minuti, fate gratinare sotto il gli ultimi 5 minuti e servite.

Buon appetito! 

lunedì 27 gennaio 2014

Torta salata di brisée e ortaggi

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.

La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.





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Ingredienti per 4 persone

1 rotolo di pasta brisée
1 peperone rosso piccolo
1 peperone giallo piccolo
3 carote medie
1 cipolla dorata grande
2 uova
1 cucchiaio di ketchup
Mezzo bicchiere d’acqua calda
100 gr di cubetti di prosciutto cotto
150 gr di Casciotta D'Urbino D.O.P.
50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
2 pizzichi di timo e maggiorana
Olio extravergine d’oliva 
Sale q.b.

Procedimento

Pelate le carote, lavatele e con la mandolina riducetele a strisce.
Lavate i peperoni, divideteli a metà, eliminate i semi, le coste bianche e tagliateli a striscioline.
Pulite la cipolla e tagliatela a spicchi non troppo spessi.
In una padella versate quattro cucchiai d’olio extravergine e gli ortaggi: fateli stufare per 5/6 minuti, poi aggiungete il ketchup, il timo, la maggiorana, il sale e l’acqua calda. Fate cuocere ancora, a fuoco dolce, per dieci minuti (il composto dovrà asciugare completamente). Versate gli ortaggi in una ciotola e lasciateli raffreddare. Nel frattempo stendete la pasta briseé e mettetela con la sua carta da forno in una pirofila, facendo fuoriuscire dai bordi la pasta in eccesso.
Accendete il forno a 200°C.  
Tagliate a cubetti la Casciotta d'Urbino e mettetelo nella ciotola con gli ortaggi, unite anche le uova leggermente sbattute e un cucchiaio di Parmigiano. Mescolate bene tutti gli ingredienti e versateli sulla pasta brisée. Ripiegate i bordi verso l’interno e schiacciateli un po’ con i rebbi di una forchetta.  






Distribuite il rimanente Parmigiano sopra la torta e infornate (forno statico e già a temperatura) per 30/35 minuti. Spegnete, lasciate riposare, nel forno leggermente aperto, per altri 5 minuti e servite.
Buon appetito!



venerdì 24 gennaio 2014

Faraona al forno


La faraona o gallina faraona è originaria dell’Africa, da cui fu introdotta in Europa nel XIII secolo d.C. ad opera dei marinai e dei mercanti che provenivano da quelle zone.
Possiede carni magre, gustose   e ricche di proteine ad alto valore biologico, di ferro e di vitamine del gruppo B. 


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Ingredienti per 4 persone:

1 faraona
3 rametti di rosmarino
Qualche foglia di salvia
½ bicchiere di vino bianco
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento

Pulite, fiammeggiate, lavate e asciugate  la faraona: tagliatela in quattro parti, mettetela in una padella con 4 cucchiai d’olio  e fatela rosolare dolcemente per alcuni minuti poi  versate il  vino e fatelo evaporare a fuoco alto, abbassare la fiamma e aggiungere il rosmarino, la salvia, una decina di bacche di ginepro e il sale.
Rosolate ancora per qualche minuto, poi mettete il tutto in una pirofila ed infornate a 200° C per 40 minuti.
Servite subito.