domenica 26 agosto 2012

Spezzatino di tonno e melanzane

Il pregiato tonno rosso un tempo poteva essere considerato il re del Mediterraneo, uno dei predatori al vertice della catena alimentare dei nostri mari, nonché preda più ambita per i pescatori d’altura. Questo pesce può raggiungere dimensioni imponenti, superando i tre metri di lunghezza e i sei quintali di peso.
Specialmente se giovani, questi pesci si spostano in banchi e possono aggregarsi ad altre specie simili. Il tonno rosso vive nelle acque temperate ed è tipico dell’Oceano Atlantico, ma il mar Mediterraneo, insieme al Golfo del Messico, funge da fondamentale “nursery”. Questi pesci, infatti, affrontano lunghissime migrazioni a gran velocità, per potersi riprodurre in primavera nelle acque più tiepide e tranquille di questi due mari.
Il tonno rosso è così pregiato che viene battuto all’asta in tutto il mondo e in particolare in Giappone, dove è molto ambito per la preparazione di sushi e sashim



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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di tonno fresco
2 melanzane medie
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio d’aglio
10 rametti di prezzemolo
1 cucchiaino di paprica dolce
2 cucchiaini di origano
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.

Procedimento

Lavate il prezzemolo, asciugatelo e tritate finemente le foglie con lo spicchio d’aglio.
Tagliate il tonno a dadi, lavate e asciugate le melanzane e tagliatele a cubetti.
In una padella mettete quattro cucchiai d’olio, unite i cubetti di melanzana, salate e fate friggere per 7 minuti, a fuoco vivo, mescolando. Togliete le melanzane dalla padella e mettetele a sgocciolare su carta assorbente.
Mettete 2 cucchiai di olio nella padella, unite i dadi di tonno e fateli rosolare per 7 minuti (non prolungate la cottura per evitare che indurisca).
Aggiungete la passata di pomodoro, le melanzane, il trito di prezzemolo e aglio, l’origano e la paprika, mescolate e lasciate cuocere a fuoco dolce ancora per 2 minuti.





Troppo buffa!!

domenica 12 agosto 2012

Seppioline e fagioli in umido

La seppia appartiene alla stessa famiglia di polpi e calamari; è un mollusco cefalopode, cioè dotato solo di testa e piedi e possiede notevoli capacità mimetiche che gli consentono di cambiare colore in brevissimo tempo. Le sue dimensioni vanno dai quattro centimetri della seppiola fino ai 120 centimetri della seppia comune.
All’interno del suo corpo troviamo una conchiglia detta “osso di seppia” che le consente di galleggiare perché è pieno di bollicine di gas che lo rendono più leggero dell’acqua.
La seppia si difende dagli attacchi dei predatori espellendo inchiostro che si trova in una sacca all’interno del suo corpo.
E’ diffusa in tutti i mari e gli oceani del globo e vive sui fondali costieri melmosi o sabbiosi. In Adriatico vi sono due distinte popolazioni di seppie, una si riproduce in primavera, l’altra in autunno.

Le sue caratteristiche nutrizionali sono molto simili a quelle dei cosiddetti “pesci magri”: è ricca di vitamina A, B1, D e di sali minerali quali il fosforo, il potassio, il calcio e proteine. E’ ricca di fibre e quasi priva di grassi per cui è consigliata nelle diete ipocaloriche.



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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di seppioline nostrane
400 gr. di fagioli corona in scatola
400 gr. di pomodori ramati
mezzo bicchiere di vino bianco
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
2 gambi di sedano
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo
1 cucchiaino di paprika forte
Sale q.b.

Procedimento

Pulite e lavate  la carota, la cipolla, il sedano e tritateli , lavate i pomodori, pelateli, togliete i semi e tagliateli a cubetti.
Pulite e lavate le seppioline.


In una casseruola mettete 4 cucchiai di olio, il trito di cipolla, carota e sedano lasciate dorare per qualche minuto e unite le seppioline, continuate a soffriggere  per 2 minuti poi unite il vino e lasciatelo evaporare a fuoco vino per qualche minuto.
Unite i cubetti di pomodoro, la paprika, il sale e fate cuocere dolcemente per 20 minuti.
Unite i fagioli ben scolati del loro liquidi di conservazione e fate cuocere per altri 10  minuti.




Nel frattempo lavate e sgrondate bene il prezzemolo e tritatelo con lo spicchio d’aglio.
Cinque minuti prima della fine della cottura unite alle seppie il trito di prezzemolo e aglio: mischiate bene, lasciate riposare per 5 minuti e servite.


mercoledì 8 agosto 2012

Cheesecake all'albicocca

L'albicocco è una pianta originaria della parte di Cina nordorientale confinante con la Russia. La sua presenza data più di 5000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome, ancora oggi in Liguria vengono chiamate in dialetto "armugnin", in Lombardia "mugnàgh" e in Veneto "armełin") dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi: infatti "albicocco" deriva dalla parola araba al-barqūq.
L'albicocco crescerebbe selvatico in natura in Cina da ben 4 000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.
Il suo frutto, l’albicocca, si compone per l’85% di acqua ed ha una buona quantità di fibre alimentari. Grazie a queste componenti principali le albicocche sono essenziali per regolare l’intestino e aiutare la digestione. Inoltre, elevata è la presenza di vitamine A e C, essenziali per la crescita delle ossa e per combattere i radicali liberi che causano l’invecchiamento delle cellule del corpo. Diversi sono i minerali presenti come potassio, fosforo, sodio, calcio e ferro. Essi sono indispensabili per chi soffre di spossatezza, convalescenza e anemia; particolare la funzione del potassio, utile nell’attività fisica in generale ma soprattutto estiva. La presenza del sorbitolo ha un’ottimo potere per chi soffre di stitichezza. Mentre la presenza di Betacarotene e Licopene aiuta la rimozione del colesterolo cattivo.



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Ingredienti per una tortiera di cm 22

 Per la base

200 gr di biscotti secchi
2 cucchiai di glassa di cioccolato
2 cucchiai di miele
100 gr di burro

Per la crema

400 gr di Robiola fresca morbida
200 gr di ricotta
100 gr di yogurt greco
80 gr di zucchero a velo
2 cucchiai di gocce di cioccolato

3 fogli di gelatina da 6 gr cad.
3 cucchiai di latte tiepido


Per il topping

20 albicocche
1 cucchiaio colmo di zucchero
1 foglio di gelatina da 6 gr. (colla di pesce)
Succo di limone

Per guarnire

Qualche albicocca
Preparazione

Prendete una tortiera a cerchio di 22 cm di diametro, spennellatela di burro fuso e rivestitela con della carta da forno.
Tritate nel mixer i biscotti, metteteli in una ciotola e unite il burro fuso, il miele e la glassa di cioccolato. Amalgamate bene e stendete il composto sulla base della tortiera. Premete il composto con il dorso di un cucchiaio in modo da rendere il fondo uniforme e ben compatto, mettete in frigo per mezz’ora e, nel frattempo, preparate la crema.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti i fogli di gelatina.
In una ciotola unite i formaggi e lo yogurt  e lavorateli bene con la frusta per renderli morbidi, unite  lo zucchero a velo , le gocce di cioccolato e amalgamate bene tutto.
Scolate e strizzate bene la gelatina, fatela sciogliere nel latte tiepido e unite  al composto di formaggi.
Versate tutto sulla base di biscotti, livellate bene e ponete in frigorifero per 3 ore, coprendo la torta con della pellicola.


Trascorse le tre ore preparate il topping.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti il foglio di gelatina.
Lavate bene le albicocche, tagliatele a dadini, irroratele con il succo del limone, mettetele in una casseruola con lo zucchero e fatele cuocere per una decina di minuti. Frullate con il mixer, unite la gelatina scolata e ben strizzata e mescolate per farla sciogliere.  Lasciate intiepidire. Riprendete lo stampo dal frigo e distribuite uniformemente la salsa sulla torta livellandola bene.
Rimettete in frigo per altre tre ore.
Al momento di servirla, toglietela delicatamente dallo stampo, distribuite sopra le albicocche rimaste tagliate a metà.







mercoledì 1 agosto 2012

La pesca



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E’ tornata l’estate e con essa, tra le altre cose, sono tornate anche le pesche. Questo frutto vellutato, carnoso e succoso nasce dall’albero del pesco (Prunus persica) e appartiene alla categoria delle drupe come la ciliegia e l’albicocca. Ha forma tondeggiante, con una polpa profumata e dolce, possiede un nocciolo ovoidale, grosso e molto duro, con solchi profondi, che racchiude un seme a mandorla. Il pesco è originario della Cina, dove era considerato simbolo d’immortalità, e i cui fiori furono celebrati da poeti e pittori. Dall’Oriente si diffuse in Persia e infine giunse in Europa.
Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. grazie ad Alessandro Magno che, durante la spedizione contro la Persia, lo importò e si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo con il nome di persica perché erroneamente considerato originario della Persia.
In Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia, ancora oggi, infatti, le guance dei bambini sono paragonate alle pesche, per la loro carnosità e morbidezza.
Sul piano nutrizionale il contenuto calorico della pesca è molto basso (circa 39 calorie ogni 100 grammi) ma essendo ricca di fibre insolubili, possiede un indice di sazietà elevata, non solo ma queste fibre sono benefiche anche perché riducono il rischio di tumori al colon.
E’ particolarmente succosa, gustosa e dissetante per l’alto contenuto di acqua e di pectina.
La pectina è una fibra solubile utile alla regolazione dei livelli di colesterolo e di glucosio nel sangue.  La pesca contiene zuccheri facilmente assimilabili e acidi organici che le donano il suo sapore particolare, come l’acido malico, citrico e tartarico. Notevole è il quantitativo di potassio contenuto nel frutto insieme alle vitamine B1, B2, C, discreto è il quantitativo di carotenoidi che nell’organismo si trasformano in vitamina A: questa, oltre ad aiutare la nostra capacità visiva, è fondamentale per la produzione di melanina che ci protegge dai raggi solari e ci fa abbronzare più rapidamente.
Questo delizioso frutto ha un’importante azione diuretica e leggermente lassativa.
Le categorie di pesche più conosciute, sono principalmente tre: quella comune, che può essere con polpa a pasta gialla, ha un nocciolo libero ed è chiamata spiccagnola o spaccarella e l’altra, a pasta bianca, con il nocciolo molto aderente alla polpa ed è chiamata duracina.
Quella a buccia liscia e glabra con polpa sia gialla che bianca denominata Nettarina o pesca noce.
E infine la pesca percoche, principalmente utilizzata dalle industrie alimentari.
Esistono poi altri tipi di pesche, meno conosciute, come la Merendella, che ha la pelle liscia di colore bianco-verde, con la polpa aderente al nocciolo, particolarmente diffusa in Calabria, e la pesca Saturnina o Tabacchiera di forma schiacciata e sapore intenso.
La maturazione delle pesche avviene tra la prima e la seconda decade di maggio nell’Italia meridionale, fino alla fine di settembre per le varietà tardive.
Poiché è un frutto molto delicato, spesso è sottoposto a trattamenti fitoterapici intensi, per cui è prudente lavare molto bene la buccia se la si vuole consumare.
Se acquistate delle pesche non ancora mature, basta conservarle per due o tre giorni in un sacchetto di carta a temperatura ambiente, non utilizzate i sacchetti di plastica perché accelerano troppo il processo di maturazione e l’elevato grado di umidità rischia di far marcire la frutta. Una volta maturate, conservatele in frigo al massimo per quattro giorni.
Nella cosmesi la pesca viene utilizzata per la preparazione di creme, maschere rinfrescanti per il viso, impacchi per capelli, oli da bagno e saponi. Il succo fresco è un’eccellente tonico per la pelle.
Se avete la pelle del viso molto secca e sensibile provate questa maschera: schiacciate la polpa di una pesca, unite un cucchiaino di miele e mettetela sul viso coprendola con delle garzine per non farla colare; lasciate in posa 15 minuti e sciacquate con acqua tiepida.
In cucina le applicazioni sono numerose, le pesche a polpa gialla sono ideali per marmellate, crostate, pasticcini, mentre quelle a polpa bianca sono perfette per la macedonia, per la preparazione di bavaresi, dessert, budini e gelati. Ottime, infine, se impiegate per la realizzazione di tè aromatizzati, frullati, sangrie e cocktails.
Tra le varie ricette troviamo le pesche ripiene, sciroppate, caramellate, affogate nel vino, essiccate.

Ricette- Cliccate sul nome e vi si aprirà il collegamento

Pesche ripiene
   
Torta di pesche e amaretti














crostata di pesche